martedì 23 settembre 2014

Cesare Z. Prina visse a Tombstone in Arizona

La storia di quest'italiano è particolarmente avvincente. Cesare Z. Prina nasce in Lombardia nel 1862 in una modesta famiglia di artigiani. L'indigenza, le scarse opportunità di lavoro e qualche problema di carattere politico costringono il padre ad emigrare in America. Nel 1870, all'età di nove anni, il piccolo Cesare, in compagnia del padre, sbarca in terra americana. Dopo alcuni mesi di permanenza a New Orleans i due si trasferiscono a Galverston in Cochise County dove la giovane età di Cesare diviene ben presto un serio problema per l'avventuroso padre il quale decide di affidarlo ad una casa di accoglienza per i giovani disadattati. Questa è una triste esperienza per il piccolo in quanto ,la tutrice della casa d' accoglienza, spinta forse da eccessivo zelo o da un mal interpretato senso educativo, maltratta il giovane sino ad arrivare alla fustigazione. Non c'è da meravigliarsi che, Cesare, alla prima favorevole occasione scappa dall'Istituto e si dirige a Houston e ad Austin in Texas dove raggiunge il padre. Qui vi rimane sino al 1876 anno in cui il padre è dato per morto. Infatti le sue ultime tracce di vita si perdono lungo i selvaggi ed aspri territori della frontiera texana. Cesare, ha ormai quattordici anni ed è ingaggiato in un grande ranch dove incomincia ad apprendere il duro lavoro di cowboy. Il ragazzo è sveglio, ossequiente e volenteroso e subito è preso in simpatia dai colleghi di lavoro. Terminata la parentesi di apprendista rancheros, Cesare, nel 1884 , raggiunge lo stato dell'Arizona dove si stabilisce nella Contea di Cochise. Qui nel giro di pochi anni diviene il più grande allevatore di bestiame dello stato. Infatti, Cesare, si stabilisce nella mitica Tombstone dove per incarico della Chiricahua Cattle Company dirige sino al 1888 un grande allevamento di bovini. Successivamente, si mette in proprio acquistando un bel ranch che porta avanti sino al 1897. Al termine della breve esperienza di proprietario terriero, Cesare, vende il ranch e si stabilisce definitivamente a Safford sempre in Arizona dove si mette in affari. Per un certo periodo commercia e trasporta con il vecchio sistema delle carovane derrate alimentari alle comunità di coloni sparse sul territorio. Oltre ad essere un allevatore di bovini, il pioniere italiano, si impegna in altre attività fra le quali produzione di latte e formaggio e l' estrazione carbone. Infine, in società con un certo Olney, mette su una fabbrica di ghiaccio. La produzione è tale che riesce a soddisfare le esigenze dell'intera contea di Gila Valley sempre in Arizona. In questo periodo sposa una donna americana, Martha Wanslee, dalla quale ha due figli. Si trasferisce a Safford dove la vita di Cesare subisce un profondo cambiamento. Infatti, il rude cowboy italiano, abbandona sella e cavallo e si trasforma in un uomo delle istituzioni. Cesare, promuove e finanzia l'edificazione di una scuola, s'impegna nella elettrificazione della città, diviene membro della camera di commercio e infine per due volte consecutive è eletto sindaco di Safford. Ci piace immaginare che il vecchio Cesare Z. Prina, lombardo di nascita ma americano di adozione, muore, circondato dalla stima e dall'affetto dei suoi cari, nella sua Safford in Arizona

martedì 9 settembre 2014

Enrico T. Baldi, medico e buon cittadino

Il più anziano medico di Toledo, piccola cittadina della Contea di Tama nello stato dell'Iowa, è Enrico Baldi ( nel mondo anglosassone H.T. Baldy) laureato in medicina alla Università di Louisville nel Kentucky. Uomo di ottima reputazione, grande personalità, altissima moralità e professionalità. Discendente da un antica famiglia toscana attiva nella colonizzazione delle terre del nuovo mondo sin dalla fine del 700. Enrico, è figlio di Cristiano Baldi (Chris Baldy) e nasce a Catawissa nella Contea di Columbia in Pennsylvania il 29 dicembre 1819. Suo nonno, Paolo Baldi, da tutti conosciuto come Paul Baldy “le trapper”, è uno dei primi mercanti che commercia in pelli e pellicce con gli indiani Delaware in Pennsylvania. Cristoforo Baldi invece, forse un suo zio, ha servito con il grado di capitano nell'Armata Continentale nella guerra d'Indipendenza durante la quale raggiunge il grado di Brigatier General e muore nella Contea di Seneca nel 1809. Enrico, è già avanti con gli studi quando nel 1840 è costretto ad abbandonare la scuola per ritornare alla casa paterna. E' un periodo molto delicato per il padre Cristiano il quale, oberato da debiti ed incalzato dai creditori, non riesce a mandare avanti la fattoria. Per questa ragione chiede aiuto al figlio. Quest'ultimo accoglie il disperato appello della famiglia e, pur di risollevarne le sorti e l'onorabilità, non si risparmia nel lavoro e nel sacrificio. Il giovane, s'impegna duramente per circa quattro anni nella fattoria paterna liberando l'immobile da debiti, ipoteche e ingombri bancari. Raggiunta una decente stabilizzazione delle sorti familiari riprende gli studi in medicina al Rush Medical College di Chigaco e nel 1850 si laurea a Louisville in Kentuky. Esercita la professione medica nella cittadina di Costantine ottenendo buoni risultati. Da qui si trasferisce in California nei pressi dei campi auriferi e successivamente si stabilisce a Toledo dove mette su un attrezzato studio medico. La bravura, la competenza e le capacità di Enrico sono tali che in breve tempo diviene il più rinomato medico della Contea di Tama. Gode di ottima fama in tutte le cittadine della regione ed è anche rispettato per la spiccata sensibilità professionale. E' molto disponibile con la gente povera ed a volte cavalca per decine di miglia per portare assistenza alle famiglie dei coloni più lontani pur sapendo che difficilmente avrebbe ottenuto l'adeguato compenso. Negli ultimi otto anni di attività professionale è nominato consulente ed esaminatore delle persone affette da disturbi mentali. Nel 1858, crea, dirige e pubblica il primo giornale di Toledo “The Tribune” che diviene la più autorevole rivista di tutta la contea. Questa è una esperienza esaltante per il giovane d'origine italiana. Infatti, percorrendo i tempi, Enrico, diviene protagonista di un episodio che segnerà in modo positivo la vita e le sorti della contea. Infatti, mosso da un innato senso civico, pubblica per la prima volta sul suo giornale la lista di tutti gli evasori fiscali della contea scatenando la discussione e in alcuni casi il disappunto degli onesti cittadini. Nel 1857, sposa Elizabeth Miller con la quale vive in una piccola e confortevole casa di Toledo. La vita del dottor Henry T. Baldy è un esempio di valido e costruttivo apporto allo sviluppo e alla colonizzazione delle terre americane. Purtroppo di questo toscano in terra d'America non si conosce altro. Forse anche la sua esistenza è stata spazzata via dalla violenza e dalle brutture dell'imminente guerra di secessione.


martedì 29 luglio 2014

Marre Luigi è “Cattle King” in California e Marre Angelo sceriffo a Little Rock

Quando si parla di pionieri che hanno contribuito a rendere vivibile la California Centrale non si può fare a meno di elogiare Luigi Marre. L'avventuroso italiano nasce a Borzonasca in provincia di Genova il 7 agosto del 1840. Di corporatura robusta, alto, di bell'aspetto, risoluto, autorevole ed intelligente, Luigi Marre, sin da ragazzo, è affascinato dai racconti provenienti dalle terre del nuovo mondo. Figlio di un commerciante di carni, Luigi, non ha mai sofferto la fame tanto che quando manifesta l'intenzione di emigrare verso le terre americane si scontra con la disapprovazione del genitore. Ostacolo che supera dopo aver promesso al padre che sarebbe tornato in patria dopo tre anni e che non avrebbe mai lavorato a salario A suggello dell'accordo, il vecchio padre, regala al giovane pioniere un piccone. Nel 1864 è già a San Francisco dove è proprietario di un emporio. Questo successo non è sufficiente a soddisfare la sua brama d'avventura. Infatti, in ogni occasione, Luigi, manifesta l'intenzione di mettersi nel commercio dei cavalli. In precedenza, seguendo le piste dei cercatori d'oro, si sposta nei campi auriferi di Penitta nella Contea di Amador. Qui, nonostante il duro lavoro, l'assoluto impegno e il costante pericolo non riesce a raggiungere il successo sperato. Di oro non trova nemmeno una pagliuzza. Decide, quindi, di riprendere la secolare tradizione della famiglia e si rimette con rinnovato entusiasmo nel commercio. Si sposta a Calaventes nella omonima contea dove in uno sperduto villaggio di frontiera ai limiti del deserto apre un piccolo magazzino. Nonostante il locale sia ben fornito di tutto il materiale necessario per sopravvivere in quelle terre (carne secca, munizioni, attrezzi, muli, alcuni fucili e qualche barile di whisky) l'iniziativa ha scarso successo. Ogni tanto passa qualche carovana o qualche gruppo di cowboy ma niente altro. A volte non passa nessuno per intere settimane solo qualche vecchio indiano desideroso di scambiare qualche pelle malconcia con un po' “d'acqua di fuoco”. Luigi, si rende conto della scarsa redditività dell'iniziativa e quindi vende a poco prezzo l'emporio e si trasferisce a Calaveras dove rileva una macelleria. Qui il successo è grande nonostante le angherie, le cattiverie e la sleale concorrenza che il vecchio proprietario del negozio, geloso delle capacità dell'italiano, gli riserva quotidianamente. Luigi, stanco dell'insensata lotta con il prepotente concorrente, si vede costretto ancora una volta a vendere l'attività. Si trasferisce ad El Dorado. E' il 1860 e scoppia la guerra civile. Non si hanno notizie circa la partecipazione di Luigi al conflitto. Nel 1861, si sposta in Nevada dove vi rimane solo per alcuni anni perchè la minacciosa e costante presenza di indiani ostili e le frequenti siccità gli procurano notevoli danni. Come già detto nel 1864 è a San Francisco con un attività ben avviata. Nel 1870, con il capitale ricavato dalle vendite dei beni di proprietà, si impegna quasi esclusivamente nell'allevamento del bestiame. In questi anni guida grandi mandrie di bovini Long Horn sul confine messicano sino alla città di San Francisco. Riprende di nuovo a percorrere le piste del Nevada, che aveva scoperto qualche anno prima. Nel corso dei suoi spostamenti alla guida di grandi mandrie, Luigi, è aiutato dai capi indiani delle tribù amiche dei quali gode rispetto e stima anche sé ogni tanto qualche capo di bestiame viene dirottato verso l'accampamento indiano in segno di amicizia. Nonostante tutto, l'italiano, rischia più volte la propria vita a causa dei razziatori che s'impossessano delle bestie isolate. La leggenda narra che l'italiano avesse l'abitudine di portare con sè durante i viaggi un sacchetto di piccole pepite d'oro con le quali riscattare, se ci fosse stato bisogno, il proprio bestiame dalle bande di sbandati e comancheros. Proprietario di una splendida sella con la quale è solito cavalcare il migliore cavallo del branco, Luigi Marre, imponente ed autorevole governa le mandrie di bestiame con abilità e maestria. A Santa Clara prende in affitto il Los Angelos Ranch dove alleva oltre quattromila capi di bestiame. Nel giro di poco tempo in quel ranch vengono allevate oltre trentamila bestie. Il suo successo è tale che acquista il Pecho Rancho e il San Miguelita Ranch nella contea di San Luis Obispo con i quali diviene proprietario di diverse migliaia di acri di terreno. Queste due ultime operazioni lo consacrano come uno dei più grandi allevatori della California e gli valgono il nomignolo di “Cattle King” il re del bestiame. Ma le capacità di Luigi non si fermano solo all'allevamento bovino. Durante i periodi d'inoperosità mette in atto altre iniziative che gli procurano ulteriori successi come l'apertura del Fulton Market in San Luis Obispo, l'innagurazione della Nevada Market Company e la costruzione del primo hotel a Port Harford. (1884) Detiene un grande patrimonio che conta oltre alle fattorie, albergi e aziende commerciali anche un considerevole numero di acri di terreni. Proprio questi terreni lo rendono protagonista di una iniziativa che gli procura fama anche come uomo d'affari. Le cronache raccontano che durante i frequenti periodi di magra alcuni allevatori manifestano la volontà di vendere i terreni di proprietà. Luigi, temendo un eccessivo deprezzamento dei suoli, con la sua risolutezza e capacità d'esposizione riesce a convincere i rancheros a non vendere i terreni in quanto, secondo le sue analisi, quei suoli nell'immediato futuro avrebbero avuto un grande valore. La lungimiranza di Luigi è premiata quando la Southern Pacific Railroad, sollecitata o forse finanziata dallo stesso Marre, manifesta l'interesse a realizzare il primo collegamento ferroviario tra San Luis Obispo e San Josè. E' inutile dire che nella circostanza i terreni acquistano un notevolissimo valore. La fama di Luigi non ha confini. Ormai tutte le opere, le costruzioni, i progetti e le iniziative che interessano il territorio passano dalle sue mani. E' una persona attiva sino al giorno della sua morte. Si racconta che durante il suo ultimo viaggio, mentre trasferisce una mandria di bestiame a San Francisco, il pioniere italiano, si ammali a causa delle proibitive condizioni climatiche. Muore l'8 febbraio del 1903 per l'improvviso aggravamento delle sue condizioni. La vedova, Angela Alarre, che nel frattempo lo aveva reso padre di ben sette figli, stabilizza il patrimonio familiare con la costituzione di una Company nella quale convoglia tutte le attività del grande pioniere della California Centrale. La Company condotta dai figli ha interessi nel settore immobiliare, allevamento del bestiame, agricoltura, trasporto marittimo e distribuzione acqua potabile e rappresenta la prova tangibile del fecondo passaggio del cowboy genovese in terra californiana.



venerdì 27 giugno 2014

I Formento Medici e Combattenti

I componenti della famiglia Formento hanno contribuito in modo concreto allo sviluppo e alla colonizzazione delle terre del nuovo mondo. Il decano di questi avventurosi piemontesi è certamente Formento Felice Sr che nasce a Torino nel 1790. Nel 1813, appena laureato in medicina, si arruola nell'esercito di Napoleone. A seguito della sconfitta dell'Imperatore francese, Felice Formento, è costretto a prendere la via dell'esilio. In compagnia di un gruppo di ufficiali e soldati napoleonici s'imbarca per l'America in cerca di fortuna. Dopo un viaggio per niente agevole durante il quale si cerca di evitare le rotte battute dalle corvette inglesi, sbarca in Lousiana. Qui gran parte del territorio è ancora inesplorato e selvaggio e proprio in uno di questi siti, l'ufficiale medico italiano, fonda un avamposto fortificato che chiama ironicamente “Campo dell'Esilio”. E' una esperienza esaltante che purtroppo ha vita breve. L'inevitabile abbandono del forte è causato da una perenne ed endemica carenza di medicinali, munizioni, viveri e materiali di conforto senza dei quali è impossibile ostacolare la diffusione di epidemie ed infezioni. Anche l'assenza di donne bianche con le quali ipotizzare la creazione di stabili nuclei familiari e, in ultimo, ma non per questo meno importante, le continue incursioni dei gruppi combattenti dei guerrieri delle tribù ostili contribuiscono a minare la stabilità della vita del fortilizio. Per questi motivi i pionieri, fra i quali Felice Formento sr, abbandonano il fortilizio. Felice, raggiunge New Orleans dove conosce l'avventuriero francese Lafitte. L'Italiano, gode ormai di grande fama, è' conosciuto come un esperto pioniere ed abile medico e per questa ragione si aggrega alla spedizione di Lafitte in procinto di partire in una missione di esplorazione. Fra i due avventurieri s'instaura una fraterna amicizia rafforzata dal fatto che Felice guarisce la figlia di Lafitte affetta da malaria e bronchite. Il Comandante Lafitte, in segno di riconoscenza, pur di sdebitarsi con l'italiano, da ordine ad un drappello di uomini guidato da alcune guide indiane di riaccompagnare Felice a New Orleans. Infatti, il medico italiano aveva più volte espresso il desiderio di tornare indietro. Le capacità professionali e la generosità del piemontese sono ormai note in tutta la regione. A New Orleans, Felice, riprende ad esercitare la professione medica impegnandosi al limite delle proprie forze. Lotta contro la febbre gialla in quel tempo molto frequente nella regione e limita il dilagare dell'epidemia di colera che nel 1832 colpisce New Orleans. Raggiunge una considerevole agiatezza economica diventando in breve tempo un ricco possidente, proprietario di immobili ed di appezzamenti di terreno. Sposa una donna americana dalla quale ha quattro figli. Purtroppo durante la crisi economica che attanaglia l'America nel 1837, Formento Felice, perde gran parte delle proprie sostanze. Rovinato dalla crisi e dispiaciuto per l'amaro destino si trasferisce nel piccolo villaggio di Plaquemine dove si rimette ad esercitare la professione medica. Allo scoppio della guerra di secessione è a New Orleans dove, nel 1862, nonostante l'occupazione delle truppe nordiste si prodiga a curare ed ad alleviare le pene della popolazione. Quello stesso anno, Felice Formento, ormai stanco delle miserie della guerra, dopo circa cinquant'anni trascorsi nelle terre del nuovo mondo, ritorna nella sua Torino. L'intenzione è quella di trascorrere un breve periodo di riposo in Italia per poi tornare nella sua America. Purtroppo, nel 1888, il pioniere italiano colonizzatore della Louisiana, muore a Pinerolo all'età di 98 anni. Formento Felice Junior, figlio del pioniere Felice Sr nasce a New Orleans il 16 marzo del 1837 dove frequenta e supera il regolare corso di studi primari. Si laurea alla Regia Università di Torino in medicina e chirurgia. Si arruola nell'esercito piemontese come ufficiale medico e partecipa alle guerre per l'indipendenza dell'Italia. Nella primavera del 1860, alla vigilia della guerra di secessione americana, torna negli Stati Uniti e si stabilisce con la sua famiglia a New Orleans. Si arruola come ufficiale medico nelle fila dell'esercito sudista. Durante il tremendo conflitto, insieme ad altri medici, organizza e fonda un ospedale da campo dove vengono curati i feriti dei reggimenti della milizia della Lousiana. A seguito della disfatta delle truppe sudiste, Felice Junior, è costretto a lasciare l'ospedale da campo per trasferirsi nelle retrovie e più precisamente a Richmond dove è nominato direttore dell'ospedale civile della città. Sotto la sua direzione e con il suo onesto lavoro l'ospedale è ottimamente organizzato e funzionante in maniera efficiente tanto da diventare il più importante centro medico di tutta la regione. Purtroppo, nel 1864, per problemi di salute, causati dall'avventurosa vita di combattente, è costretto a dimettersi dall'incarico. Ha l'intenzione di tornare il Italia per raggiungere il padre che ormai da diversi mesi soggiorna a Torino. Ma a causa dei problemi economici causati dalle privazione di una ferrea economia di guerra non riesce ad imbarcarsi. Si stabilisce definitivamente a New Orleans. In questo periodo, forte dell'esperienza professionale in campo chirurgico, scrive e pubblica diversi trattati di medicina, diviene consulente medico di diverse organizzazioni civili ed assistenziali. Durante l'epidemia di febbre gialla che colpisce la regione tra il 1867 e il 1868, i suoi sforzi, il suo impegno e il suo senso del dovere sono da esempio per gli altri medici. Felice, è sempre pronto ad aiutare i malati in special modo si mostra particolarmente disponibile verso gli immigrati italiani ai quali non fa mancare parole di conforto, aiuto e assistenza sanitaria. In onore del servizio reso a favore dei propri connazionali il governo italiano lo nomina Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro. Intorno al 1890, Felice, ottiene più importanti incarichi governativi tendenti a garantire ed a salvaguardare la salute pubblica. Nel corso di queste nuove sfide, Felice, introduce radicali misure idonee a scongiurare il diffondersi delle malattie infettive. Lotta contro la diffusione della difterite organizzando un idoneo servizio sanitario. Promuove la cremazione dei cadaveri, la distribuzione di presidi sanitari, la potabilizzazione dell'acqua, la disinfestazione degli ambienti pubblici, la quarantena per gli equipaggi delle navi ed infine organizza laboratori d'analisi, infermerie e centri di ricoveri.. Felice Formento, il pioniere italiano diviene membro dell'Associazione Medica Americana, dirigente dell'Associazione Medica della Louisiana e Presidente dei medici di New Orleans. Muore ad New Orleans il 4 giugno del 1907 con il rimpianto di non essere mai più tornato nelle sue belle langhe piemontesi.Figlio di Felix Formento Jr, l'avvocato Willian Joseph Formento nasce a New Orleans il 26 febbraio 1869 ha un percorso d'istruzione che inizia presso l'Università della Louisiana, per poi continuare a New York e infine al Collegio di Springhill in Alabama. Nel 1892 presso l'università di Tulane ottiene la laurea in legge e comincia ad esercitare la professione nella città di New Orleans. Questa famiglia piemontese è la prova dell'impegno degli italiani nello sviluppo delle terre americane.



giovedì 29 maggio 2014

Il signor Pinella da Napoli diventa Mr. Pine in Illinois


Il cognome “Pine”, francamente, non è molto diffuso in Italia anche sé, nelle contrade napoletane, vi è un consistente numero di famiglie “Pinella”. Verosimilmente, questo ceppo di emigranti napoletani veniva individuato in terra americana con una pronuncia del “Pinella” (Painel) che assomiglia molto al fonetico “Pine” (Pain). Comunque, indipendentemente da tutte le più fantasiose ricostruzioni genealogiche che si possono fare è certo che DANIEL PINE o meglio Daniele Pinella fosse italiano anche se nasce a Boston nello stato del Massachusetts il 21 dicembre 1787. Suo nonno, ricco possidente, giunge nello stato del Massacusetts nel corso della guerra d'Indipendenza delle colonie americane durante la quale partecipa con grande ardore ed impegno tanto da esserene considerato un precursore. Infatti, il vecchio Joseph Pinella fa parte di un ristretto gruppo di tredici patrioti che per la prima volta aprono il fuoco contro le truppe inglesi dando il via alla famosa battaglia di Lexington. Dopo un onorevole servizio in difesa degli indipendentisti viene congedato dall'Armata Continentale con il grado di ufficiale. Il padre, Giuseppe, è l'unico e legittimo erede del patrimonio di famiglia che, per evitare che il Regno di Napoli, lo incamerasse affida la pratica all'avvocato Alvin Bristol il quale, purtroppo, a causa della sua prematura morte, non porta a termine il delicato compito. Nella circostanza però vengono smarriti tutti i documenti della famiglia Pine-Pinella. Quest'episodio pregiudica seriamente il proseguo del contenzioso legale il quale dopo poco tempo viene definitivamente abbandonato. Giuseppe, nel frattempo, pur di sopravvivere svolge la professione di sarto che svolge con serietà e decoro. Nonostante le mille difficoltà e le scarse risorse economiche, riesce a sostenere la numerosa famiglia composta da moglie e tredici figli. Di questi tredici ragazzi uno dei pochi di cui si conosce il destino è proprio Daniele protagonista di questo breve ritratto biografico. Seguendo le tracce dei Pine si scopre che l'intero nucleo familiare si trasferisce nel 1793 a New York dove per circa quattro anni il padre Joseph svolge l'attività di insegnante. Nel corso del lungo viaggio, di trasferimento verso New York, in prossimità della cittadina di Arlington nella Contea di Bennington nel Vermount, i Pine si fermano presso la locanda di un certo Baker. All'epoca Daniele è un ragazzo di sei anni. Il locandiere viste le precarie condizioni economiche della famiglia italiana si offre di crescere il piccolo Daniele. Questa prassi è abbastanza consueta in quei tempi. Giuseppe, pur contrariato accetta a malincuore l'offerta del commerciante e lascia il piccolo Daniele nella locanda con la promessa di tornare a riprenderlo l'anno successivo. A suggello dell'accordo viene stipulato un regolare contratto con il quale il locandiere Baker s'impegna ad offrire al piccolo ospite oltre al vitto e all'alloggio anche una adeguata istruzione. Giuseppe Pinella non tornerà mai più a riprendere suo figlio in quanto le tracce del suo cammino si perdono lungo le gelide piste delle inospitali terre del nord America. L'avido Baker, venendo meno alla parola data, non mantiene l'impegno preso con Giuseppe e Daniele cresce nella più completa ignoranza. Il piccolo, lavora come sguattero nella locanda. In questo ambiente poco salutare e diseducativo frequentato da avventurieri, cacciatori, taglialegna, ubriachi, prostitute e gente senza scrupoli, Daniele, fortifica l'animo e il corpo e progetta un piano di fuga che attende di attuare alla prima occasione favorevole. Occasione che gli capita nel 1805, all'età di diciotto anni, quando approfittando dell'assenza di Baker dalla locanda fugge e si trasferisce in una cittadina a cento miglia a nord di Arlington. Qui conosce il maestro Horace Allen, il quale, spinto da compassione, prende in simpatia il giovane accogliendolo in casa. Daniele, trascorre un lungo periodo di serenità durante il quale consegue una buona istruzione. Si mostra sveglio ed intelligente con tanta voglia di apprendere al punto che nel giro di pochi mesi impara a scrivere perfettamente specializzandosi nella professione di calligrafo. Successivamente, sposa la sorella del maestro e mette su famiglia. Dalla felice unione nascono undici figli. Nel 1812, Daniele, sincero patriota, partecipa alla guerra che si combatte tra gli stati del Nord America e l'Inghilterra prendendo parte alla cruenta battaglia di Plattsburg. Il suo eroico comportamento in combattimento gli procura, al congedo, un premio di 300 dollari che successivamente viene trasformato in un vitalizio di guerra di 96 dollari all'anno. Daniele, ormai ha lo spirito del pioniere. Viaggia per tutto il Nord America partecipando alla grande colonizzazione delle terre del nuovo mondo. Nel 1845 si ferma nello stato dell'Illinois dove si stabilisce in modo definitivo nel piccolo villaggio di South Paw Paw. Diviene diacono della Chiesa Congressionale, sostenitore dell'abolizione della schiavitù, membro del partito repubblicano, attivista contro la diffusione dell'alcolismo e fervente sostenitore della giustizia. L'italiano Daniele Pinella-Daniel Pine, è di costituzione sana, forte ed agile, ed abbastanza alto per i suoi tempi. Si narra che all'età di diciotto anni, forse nei pressi della famigerata locanda del signor Baker, salga sul ring per disputare alcuni incontri di lotta. I suoi avversari sono più adulti e più forti di lui ma nessuno dei lottatori professionisti riesce ad abbatterlo. Nel 1809, invece, in un altro incontro, Daniele, mette a tappeto il pluridecorato campione dello stato dell'Illinois. Nel 1879 termina la storia di Daniele. Ormai novantenne, il pioniere di origine italiana, nonostante l'età avanzata e la mano tremante riesce a scrivere ancora con buona grafia. Dal pulpito della sua chiesa si esprime con ottima dizione e con espressioni appropriate. Attorniato dall'amore e dalla presenza delle sue cinque figlie, il pioniere napoletano, muore nella piccola località di South Paw Paw nello stato dell'Illinois. Si conosce anche la storia di SAMUEL PINE fratello di Daniel. Samuele nasce nella Contea di St. Lawrence nello stato di New York il 30 luglio del 1825. Nel 1855 sposa nello Utah Jane Morrison che lo rende padre di 5 figli. Qualche anno dopo si trasferisce definitivamente a San Bernardino County in California dove nei pressi della cittadina di Chino acquista 160 acri di ottimo terreno agricolo. In un primo momento, Samuel, si dedica alla coltivazione di frutta e in special modo di uva con la quale produce anche del buon vino e ottime grappe. In un secondo momento, allarga l'orizzonte dei suoi interessi e, s'impegna nell'allevamento di cavalli trasformando i suoi terreni nella più completa e produttiva fattoria (ranch) della contea. Samuele Pine è considerato come uno dei primi pionieri della Contea di San Bernardino nella quale ha svolto anche il ruolo di provveditore agli studi.