venerdì 25 settembre 2015

Rocca Andrea minatore, allevatore e cercatore d'oro

Andrea Rocca nasce a Genova l'8 aprile del 1838 in una famiglia di albergatori. L'infanzia del giovane Andrea è resa triste dalla prematura morte del padre Bartolomeo colpito da febbre tifoide. Il giovane Andrea, nonostante abbia una situazione familiare buona ed agiata, sente l'esigenza, pur di assecondare il suo spirito d'avventura, di lasciare Genova in cerca di opportunità. Nell'ottobre del 1853, in compagnia di due suoi coetanei genovesi, si mette in viaggio per raggiungere l'America. Sbarcato a New York, nel dicembre del 1853, Andrea, raggiunge l'Istmo di Panama da dove a bordo del piroscafo Golden Gate spera di raggiungere San Francisco. Per circa otto giorni il Golden Gate ha una navigazione fluida e tranquilla sino a quando, a causa di forti venti contrari, si spezza l'albero maestro. Da quel momento la Gonden Gate è ingovernabile e senza controllo. Fortunatamente a poche miglia di distanza è in navigazione il piroscafo Uncle Sam che si appresta a portare immediati soccorsi al Golden Gate. Ma nella circostanza il comandante della Golden Gate, Cpt. Whiting, rifiuta ogni tipo di aiuto temendo di perdere i diritti sul carico. Per questa ragione il comandante si dirige verso San Diego. Durante il percorso però, la nave resa ancor più ingovernabile da uno squarcio creatosi sulla fiancata, si arena su un banco di sabbia a poche miglia da San Diego. Dopo vani tentativi di liberare la nave e vista l'insistenza del comandante Whiting nel non dichiarare “l'abbandonare la nave” i passeggeri, fra i quali Andrea Rocca, pretendono di essere sbarcati. Whiting insiste dicendo che con l'arrivo dell'alta marea la nave si sarebbe disincagliata. Andrea prende una decisione e s'imbarca sul rimorchiatore Goliah che lo accompagna sulla nave Brothers Jonathan che nel gennaio del 1854 lo porta a San Francisco. Da questo momento inizia l'avventurosa vita del giovane pioniere genovese. Dal 1860 al 1867, Andrea Rocca, lavora come minatore nei territori Mariposa e Toulumne County. Dal 1869 sino al 1875, Andrea , diviene azionista e sovraintendente della Golden Rock Water Company. Nel corso di questa esperienza riesce ad avere grandi successi nella gestione delle acque e un considerevole guadagno economico. Nel 1875 è chiamato dall'amico Abraham Halsey, proprietario di circa duecento acri di terra in Shasta County, ad aiutarlo nel gestire ed organizzare i sistemi idraulici delle sue proprietà. Dopo circa otto mesi di lavoro durante il quale, con l'aiuto di una dozzina di uomini, costruisce, dighe, fossati, pozzi e invasi, Andrea, riesce a fornire acqua corrente a circa duecento miniere d'argento della zona. Il sistema idraulico impiegato da Andrea Rocca nelle miniere di sua proprietà di Saltpork Ridge è ancora un esempio di efficienza ed è considerato come uno dei migliori sistemi idraulici della California. Negli anni a seguire la sua reputazione è tale che viene nominato direttore e sovrintendente unico delle miniere della Great Western Company. L'incarico è tenuto per circa 24 anni durante i quali Andrea Rocca estrae argento per un valore di circa tre milioni di dollari. Nel 1899, l'italiano, acquista nei pressi di Middletown le proprietà dell'American Quicksilver consistenti in circa 41 acri di terreno. Successivamente acquista altri suoli e costituisce una compagnia mineraria nota con il nome di Helen Mine proprietaria di 600 acri di terreno. Questi suoli sono in parte impiegati in agricoltura e una buona parte, formati da boschi utilizzati per ricavare travi per le gallerie delle miniere. Nel frattempo la fama e le capacità di Rocca sono tali che il suo sistema idraulico è copiato ed utilizzato in quasi tutta la California. Andrea costituisce la Callayomi, società impegnata nello sfruttamento delle acque per produrre elettricità. Dopo una iniziale e promettente attività l'azienda viene venduta ed acquistata dal sig. McKinley e in poco tempo diviene la potente Callayomy & Middletown Ligth and Power Company. Andrea Rocca si impegna anche in affari immobiliari. Acquista un terreno nella periferia di Los Angeles che una volta urbanizzato lo rivende ad un ottimo prezzo facendo un buon profitto, migliora e gestisce il Ranch di Thomas Bives nella Long Valley in Lake County. Nonostante la sua capacità professionale che gli procurano facili guadagni e nonostante il facile successo, Andrea Rocca, l'italiano della California, resta sempre una persona con i piedi ben piantati per terra. Egli gode di ottima considerazione in gran parte dei territori della California, terra che custodisce ancora oggi le sue spoglie mortali. Per quanto riguarda la sua vita sociale è noto che sposa a Sacramento County Miss. Mary Ruby Thompson che lo rende padre di sette figli. Purtroppo la giovane moglie è gravemente ferita al capo a causa del rovesciamento del calesse durante un viaggio verso Calistoga. La donna muore qualche anno dopo a causa delle conseguenze della ferita.  

venerdì 26 giugno 2015

Ferrari Giorgio, Medaglia d'Onore del Congresso U.S.

Della Medaglia d'Onore del Congresso degli Stati Uniti Giorgio FERRARI non si conosce il suo paese natio anche se alcune fonti dichiarano provenisse dalla provincia emiliana. Comunque, è certo che l' impavido italiano sia nato nel 1845 e si distingua in modo particolare nel corso delle guerre indiane E ' probabile che Giorgio Ferrari, faccia parte di quella schiera di soldati italiani che, reduci dal Risorgimento, abbiano scelto di emigrare negli Stati Uniti. Giorgio, entra in servizio attivo nell'esercito americano in Ohio a Cleveland nella Contea di Montgomery. Con il grado di Caporale è inquadrato nella Compagnia “D” dell' 8th Reggimento Cavalry U.S. Egli si distingue in modo particolare nella campagna militare in Arizona, dove, durante gli scontri con gli Apaches nel territorio di Red Creek si distingue per il coraggio e per l'audacia mostrato in combattimento. Si legge nell'encomio: il 23 settembre del 1869 il Caporale George Ferrari, il soldato semplice John Walker e il sergente Charles Harris sono insigniti della Medal Of Honor per “ Gallantry in Action” contro gli Apaches a Red Creek (Arizona) . Giorgio Ferrari, è il primo ed unico italiano a ricevere l'importante onorificenza nei circa trent'anni  di guerra indiana. Comunque a parte queste tracce così visibili di Giorgio Ferrari non si conosce altro. Dai registri risulta che il 23 novembre del 1869 viene congedato con onore. Da questa data si perdono le sue tracce. 

mercoledì 20 maggio 2015

Lo schiavista Giannini Marino

Giannini Marino nasce in Toscana nel 1820. Non ha ancora compiuto sedici anni quando, mosso da un sano ed insaziabile spirito d'avventura, nella primavera del 1836 s'imbarca nel porto di Genova su un vascello in partenza per terre del Nuovo Mondo. Dopo alcune settimane di navigazione sull'oceano sbarca a New York. Nella grande metropoli della costa dell'Est, il giovane italiano, si ferma solo per un breve periodo giusto il tempo di ambientarsi e per approfondire la conoscenza della lingua inglese. Infatti, appena le condizioni economiche lo rendono possibile, si sposta a Pliladelphia da dove raggiunge la città di Richmond in Virginia. Qui elegge la sua residenza definitiva. Marino, pur di cogliere in pieno le opportunità offerte dalle terre americane s'impegna, con il massimo delle proprie risorse fisiche e mentali, per trovare la propria strada. Non è una impresa facile. Comunque, con i frutti del duro lavoro e con l'innegabile spirito di adattamento che lo distingue, nel giro di una dozzina d'anni diviene uno dei più ricchi e facoltosi cittadini di Richmond. Sposa una donna di origine inglese, Mahala Hamlet, che lo rende padre di tre figli. Marino svolge l'attività di spedizioniere marittimo. Egli è  anche armatore e quindi proprietario di due vascelli che utilizza per il trasporto delle merci. La sua buona posizione sociale è provata dal fatto che è proprietario di un gran numero di schiavi di colore che lavoravano intensamente nelle proprie piantagioni di cotone situate nella immediata periferia di Richmond. Il fatto che Marino Giannini fosse uno schiavista convinto potrebbe essere un aspetto alquanto sgradevole della sua personalità, ma in quei tempi e proprio nello stato della Virginia era abbastanza normale essere proprietari di schiavi. Per questa ragione, è del tutto naturale che, durante la guerra civile, Marino, abbracciasse la causa degli stati confederati per i quali oltre a trasportare materiale bellico con i suoi vascelli svolge anche una intensa attività di osservatore dei movimenti di materiale e truppe dietro le linee nemiche. Purtroppo, sul finire del 1862, nel corso di un ennesimo viaggio, i suoi vascelli sono intercettati e bloccati dalla marina nordista. Il prezioso carico viene sequestrato, gli equipaggi sono fatti prigionieri mentre le navi vengono affondate. Del pioniere Giannini Marino non si hanno più notizie. Probabilmente viene condannato a morte per la sua attività di partigiano sudista oppure internato in qualche campo di prigionia dove, a causa di stenti e privazioni, muore. A parte queste ipotesi più o meno realistiche è romanzesco immaginare che, il pioniere toscano Giannini Marino, si sia inabissato con i suoi vascelli nel giorno del suo arresto. L'unica cosa certa è che la moglie, Mahala Hamlet, già dal 1862, si dichiara vedova di guerra e madre di tre figli arruolati nell'esercito confederato. Dei tre figli di Giannini Marino si hanno notizie certe solo di Marino Junior.

Giannini Marino Junior, nasce a Richmond in Virginia il 2 gennaio del 1850. L'agiatezza economica della famiglia gli permette di frequentare le migliori scuole della città. Purtroppo, a causa della guerra civile che ormai dilaga per le terre d'America, abbandona precocemente la scuola per dare il suo contributo di patriota. Non ancora tredicenne, in compagnia di un suo coetaneo, cerca di arruolarsi nell'esercito confederato. Impresa che non gli riesce in quanto a causa della sua giovane età viene rispedito a casa. Ma il giovane non si dà per vinto ed in un secondo tentativo, con astuzia e notevole spirito d'animo, riesce a superare l'ostacolo dichiarando un età superiore a quella reale. Per ben diciotto mesi il giovane soldato vive una dura vita militare scandita da rigide norme e da pericolosi impegni. E' sicuro che partecipa a diverse battaglie sino al momento in cui è smascherato dall'ufficiale del reparto che lo costringe a dimettersi. Marino, è accompagnato in famiglia da dove successivamente scappa per ritornare nell'esercito. Questa volta raggiunge i suoi due fratelli maggiori, Ferdinand e Franklin, già combattenti nell'armata del generale Lee, con l'aiuto dei quali riesce ad ottenere l'arruolamento. Si racconta che nel campo di arruolamento pur di sembrare più grande agli occhi degli ufficiali reclutatori, Marino, sale su di un ceppo di legno e gonfia a dismisura il torace. Gli ufficiali nel notare l'eroico comportamento del ragazzo decidono di arruolarlo. Viene inquadrato nei ranghi della Compagnia “C” del 46° Reggimento Fanteria Volontari dell'Alabama e vi rimane per tutto il periodo della guerra. Terminato il conflitto, Marino, ritorna a Richmond dove, purtroppo, assiste alla rovina economica della famiglia. Infatti gli schiavi sono scappati, la fattoria è distrutta e i campi sono abbandonati e completamente incolti. Inoltre la forte imposizione fiscale degli odiati vincitori “Yankees” mettono a dura prova la tenuta della famiglia. Nonostante ciò, la madre, costringe il giovane ed entrare nel Roanoke College pur di completare l'istruzione. Dopo gli studi che compie con buoni profitti, si trasferisce a New York dove lavora come contabile per circa un anno presso una compagnia mercantile. Nel frattempo vende la fattoria di Richmond e in compagnia della madre si trasferisce nel Missouri nella cittadina di St. Joseph dove lavora al Merchants Hotel. Un anno dopo si trasferisce a Milton sempre in Missouri dove acquista un ranch. Nel 1872 sposa Edna Williams dalla quale ha due figli prima di morire nel 1875. In seconde nozze sposa la signorina Linda Seymour. Ma l'avventura del pioniere italiano non si conclude tra le tranquille mura della sua fattoria. Nel 1883 lascia il Missouri e si trasferisce in Nebraska a Falls City dove lavora per circa sei anni nella costruzione delle grandi ferrovie con la Compagnia “ Burlington & Quincy Railroad” di Chicago. Successivamente, acquista un primo carro passeggeri ed avvia una azienda che opera nel servizio del trasporto urbano. Questa è una attività che gli comporta un grande prestigio tant'è che in poco tempo diviene uno dei più eminenti cittadini della contea. Infatti i guadagni dell'attività di trasporto sono impiegati in acquisti di proprietà immobiliare, di una fabbrica di dolci e di un grande ranch. L'italiano, pur non essendo mai impegnato politicamente, partecipa attivamente allo sviluppo della città promuovendo tutte quelle opere che portano abbellimento al centro abitato compreso il dipartimento dei vigili del fuoco di cui fa parte. Il 27 settembre del 1915, Giannini Marino Junior, figlio di un toscano, pioniere del West, muore, rimpianto dai concittadini, nella sua Falls City in Nebraska. 

giovedì 12 febbraio 2015

Un genovese ostaggio del bandito Tibùrco Vasquez

Repetto Alessandro nasce a Genova nel 1830. Alessandro è un patriota italiano reduce delle guerre risorgimentali italiane. Alla vigilia dello scoppio della guerra di Secessione sbarca negli Stati Uniti e seguendo gli ideali di libertà e fratellanza abbraccia la causa antischiavista arruolandosi con il fratello Antonio tra le fila dell'esercito nordista e più precisamente nel reggimento detto “ Garibaldi's Guards”. Questo è un reparto formato quasi esclusivamente da combattenti italiani. Nel corso del conflitto partecipa onorevolmente e diverse cruente battaglie. E' congedato con onore ed ottiene dal governo federale, in cambio dei servigi resi durante le ostilità, una cospicua somma di danaro. Si trasferisce in California, dove a San Gabriel nei presi del fiume Rio Hondo acquista un ampio appezzamento di terreno. Sull'amena collina ai piedi della quale si stende una fertile vallata compresa tra i territori di Whittier e Los Angeles, Alessandro, costruisce il suo Ranch. Qui si dedica quasi esclusivamente all'allevamento degli ovini. Instaura ottimi rapporti con i componenti delle tribù indiane dei Chippewa e degli Apaches con i quali realizza le condizioni per una pacifica e duratura convivenza. E proprio per rafforzare i rapporti di buon vicinato sposa una donna indiana dalla quale ha un figlio. Intanto, nei pressi del suo Rancho si fermano i primi carri di coloni i quali, attirati dall'abbondanza di acque e dall'ottimo clima, iniziano a costruire le prime baracche. Questo piccolo agglomerato di umili case di legno rappresenta il primo nucleo della nascente cittadina che un giorno verrà chiamata “Montebello City”. Alessandro, nella primavera del 1874, è vittima di una estorsione perpetuata dal feroce bandito Tibùrcio Vasquez. Si racconta che il fuorilegge in compagnia della sua banda penetri furtivamente nella fattoria di Repetto e con pistole alla mano gli intima di consegnargli 800 dollari. ( Importo che a detta del bandito Vasquez sarebbe stato utilizzato per finanziare la rivoluzione nel sud della California) Alessandro, turbato dalla richiesta del bandito, afferma di non aver in casa un importo così importante e quindi invita Vasquez a desistere dalla criminosa azione. Il bandito, per tutta risposta obbliga Alessandro a firmare un assegno e manda in città un nipote dello stesso Repetto per cambiarlo. Vasquez ordina al giovane di tornare presto, solo e con i soldi altrimenti avrebbe ucciso il suo datore di lavoro. Il ragazzo, ottenuto il consenso da Repetto, raggiunge la città e si reca alla Temple & Workman Bank di Los Angeles. Qui il direttore Temple, insospettitosi dall'insolita richiesta manda a chiamare lo sceriffo William R. Rowland il quale dopo un breve interrogatorio del ragazzo viene a conoscenza del piano di Vasquez. Immediatamente, il tutore della legge, raggruppa una dozzina di uomini armati (deputy) e raggiunge il Ranch di Alessandro Repetto con il preciso intento di fare irruzione nella fattoria e catturare il pericoloso ricercato. Il giovane lavorante, preoccupato per la vita dello zio Alessandro, rammenta allo sceriffo lo sciagurato patto stipulato con Vasquez. Infatti gli accordi erano che il ragazzo doveva tornare solo, presto e con i soldi. Lo sceriffo, pur di non mettere in pericolo la vita dell'italiano, ordina al ragazzo di andare a consegnare il danaro a Tibùrco Vasquez. Nel frattempo, la banda dei malfattori, allertata dall'uomo posto di guardia, si rende conto di essere stata scoperta. Vasquez, acciuffa il denaro e, seguito dai suoi complici, si fa strada con pistole alla mano sino al passo di Tejunga dove fa perdere le proprie tracce. Comunque, a parte questo episodio, Alessandro Repetto, non è certamente un eroe. Le cronache del tempo non sono generose con il pioniere italiano. Infatti, è descritto quasi sempre in modo negativo e poco rassicurante. In alcuni testi è raffigurato come un uomo grasso e flaccido che a malapena si regge sulle sue grasse gambe, incline al disordine e all'approssimazione che vive con una donna selvaggia nel sudiciume e nella sporcizia. Dal punto di vista morale è considerato uomo onesto e di grande rettitudine ma che pecca di estrema avarizia e grande egoismo per niente disponibile verso il prossimo. Il giorno della sua morte avvenuta il 1885, Alessandro Repetto, non possiede neanche i soldi per la propria sepoltura nonostante fosse proprietario di una fattoria che il fratello Antonio vende alla sua morte per un importo di 60.000 dollari. Alessandro, muore in completa solitudine e nell'assoluto abbandono in un stanza del New Arlington Hotel dopo aver rifiutato il ricovero al Sister's Hospital