mercoledì 20 maggio 2015

Lo schiavista Giannini Marino

Giannini Marino nasce in Toscana nel 1820. Non ha ancora compiuto sedici anni quando, mosso da un sano ed insaziabile spirito d'avventura, nella primavera del 1836 s'imbarca nel porto di Genova su un vascello in partenza per terre del Nuovo Mondo. Dopo alcune settimane di navigazione sull'oceano sbarca a New York. Nella grande metropoli della costa dell'Est, il giovane italiano, si ferma solo per un breve periodo giusto il tempo di ambientarsi e per approfondire la conoscenza della lingua inglese. Infatti, appena le condizioni economiche lo rendono possibile, si sposta a Pliladelphia da dove raggiunge la città di Richmond in Virginia. Qui elegge la sua residenza definitiva. Marino, pur di cogliere in pieno le opportunità offerte dalle terre americane s'impegna, con il massimo delle proprie risorse fisiche e mentali, per trovare la propria strada. Non è una impresa facile. Comunque, con i frutti del duro lavoro e con l'innegabile spirito di adattamento che lo distingue, nel giro di una dozzina d'anni diviene uno dei più ricchi e facoltosi cittadini di Richmond. Sposa una donna di origine inglese, Mahala Hamlet, che lo rende padre di tre figli. Marino svolge l'attività di spedizioniere marittimo. Egli è  anche armatore e quindi proprietario di due vascelli che utilizza per il trasporto delle merci. La sua buona posizione sociale è provata dal fatto che è proprietario di un gran numero di schiavi di colore che lavoravano intensamente nelle proprie piantagioni di cotone situate nella immediata periferia di Richmond. Il fatto che Marino Giannini fosse uno schiavista convinto potrebbe essere un aspetto alquanto sgradevole della sua personalità, ma in quei tempi e proprio nello stato della Virginia era abbastanza normale essere proprietari di schiavi. Per questa ragione, è del tutto naturale che, durante la guerra civile, Marino, abbracciasse la causa degli stati confederati per i quali oltre a trasportare materiale bellico con i suoi vascelli svolge anche una intensa attività di osservatore dei movimenti di materiale e truppe dietro le linee nemiche. Purtroppo, sul finire del 1862, nel corso di un ennesimo viaggio, i suoi vascelli sono intercettati e bloccati dalla marina nordista. Il prezioso carico viene sequestrato, gli equipaggi sono fatti prigionieri mentre le navi vengono affondate. Del pioniere Giannini Marino non si hanno più notizie. Probabilmente viene condannato a morte per la sua attività di partigiano sudista oppure internato in qualche campo di prigionia dove, a causa di stenti e privazioni, muore. A parte queste ipotesi più o meno realistiche è romanzesco immaginare che, il pioniere toscano Giannini Marino, si sia inabissato con i suoi vascelli nel giorno del suo arresto. L'unica cosa certa è che la moglie, Mahala Hamlet, già dal 1862, si dichiara vedova di guerra e madre di tre figli arruolati nell'esercito confederato. Dei tre figli di Giannini Marino si hanno notizie certe solo di Marino Junior.

Giannini Marino Junior, nasce a Richmond in Virginia il 2 gennaio del 1850. L'agiatezza economica della famiglia gli permette di frequentare le migliori scuole della città. Purtroppo, a causa della guerra civile che ormai dilaga per le terre d'America, abbandona precocemente la scuola per dare il suo contributo di patriota. Non ancora tredicenne, in compagnia di un suo coetaneo, cerca di arruolarsi nell'esercito confederato. Impresa che non gli riesce in quanto a causa della sua giovane età viene rispedito a casa. Ma il giovane non si dà per vinto ed in un secondo tentativo, con astuzia e notevole spirito d'animo, riesce a superare l'ostacolo dichiarando un età superiore a quella reale. Per ben diciotto mesi il giovane soldato vive una dura vita militare scandita da rigide norme e da pericolosi impegni. E' sicuro che partecipa a diverse battaglie sino al momento in cui è smascherato dall'ufficiale del reparto che lo costringe a dimettersi. Marino, è accompagnato in famiglia da dove successivamente scappa per ritornare nell'esercito. Questa volta raggiunge i suoi due fratelli maggiori, Ferdinand e Franklin, già combattenti nell'armata del generale Lee, con l'aiuto dei quali riesce ad ottenere l'arruolamento. Si racconta che nel campo di arruolamento pur di sembrare più grande agli occhi degli ufficiali reclutatori, Marino, sale su di un ceppo di legno e gonfia a dismisura il torace. Gli ufficiali nel notare l'eroico comportamento del ragazzo decidono di arruolarlo. Viene inquadrato nei ranghi della Compagnia “C” del 46° Reggimento Fanteria Volontari dell'Alabama e vi rimane per tutto il periodo della guerra. Terminato il conflitto, Marino, ritorna a Richmond dove, purtroppo, assiste alla rovina economica della famiglia. Infatti gli schiavi sono scappati, la fattoria è distrutta e i campi sono abbandonati e completamente incolti. Inoltre la forte imposizione fiscale degli odiati vincitori “Yankees” mettono a dura prova la tenuta della famiglia. Nonostante ciò, la madre, costringe il giovane ed entrare nel Roanoke College pur di completare l'istruzione. Dopo gli studi che compie con buoni profitti, si trasferisce a New York dove lavora come contabile per circa un anno presso una compagnia mercantile. Nel frattempo vende la fattoria di Richmond e in compagnia della madre si trasferisce nel Missouri nella cittadina di St. Joseph dove lavora al Merchants Hotel. Un anno dopo si trasferisce a Milton sempre in Missouri dove acquista un ranch. Nel 1872 sposa Edna Williams dalla quale ha due figli prima di morire nel 1875. In seconde nozze sposa la signorina Linda Seymour. Ma l'avventura del pioniere italiano non si conclude tra le tranquille mura della sua fattoria. Nel 1883 lascia il Missouri e si trasferisce in Nebraska a Falls City dove lavora per circa sei anni nella costruzione delle grandi ferrovie con la Compagnia “ Burlington & Quincy Railroad” di Chicago. Successivamente, acquista un primo carro passeggeri ed avvia una azienda che opera nel servizio del trasporto urbano. Questa è una attività che gli comporta un grande prestigio tant'è che in poco tempo diviene uno dei più eminenti cittadini della contea. Infatti i guadagni dell'attività di trasporto sono impiegati in acquisti di proprietà immobiliare, di una fabbrica di dolci e di un grande ranch. L'italiano, pur non essendo mai impegnato politicamente, partecipa attivamente allo sviluppo della città promuovendo tutte quelle opere che portano abbellimento al centro abitato compreso il dipartimento dei vigili del fuoco di cui fa parte. Il 27 settembre del 1915, Giannini Marino Junior, figlio di un toscano, pioniere del West, muore, rimpianto dai concittadini, nella sua Falls City in Nebraska. 

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