Marre Luigi è "Cattle King" in California
Quando
si parla di pionieri che hanno contribuito a rendere vivibile la
California Centrale non si può fare a meno di elogiare Luigi
Marre. L'avventuroso italiano nasce a Borzonasca in provincia di
Genova il 7 agosto del 1840. Di corporatura robusta, alto, di
bell'aspetto, risoluto, autorevole ed intelligente, Luigi Marre,
sin da ragazzo, è affascinato dai racconti provenienti dalle terre
del nuovo mondo. Figlio di un commerciante di carni, Luigi, non ha
mai sofferto la fame tanto che quando manifesta l'intenzione di
emigrare verso le terre americane si scontra con la disapprovazione
del genitore. Ostacolo che supera dopo aver promesso al padre che
sarebbe tornato in patria dopo tre anni e che non avrebbe mai
lavorato a salario A suggello dell'accordo, il vecchio padre,
regala al giovane pioniere un piccone. Nel 1864 è già a San
Francisco dove è proprietario di un emporio. Questo successo non è
sufficiente a soddisfare la sua brama d'avventura. Infatti, in ogni
occasione, Luigi, manifesta l'intenzione di mettersi nel commercio
dei cavalli. In precedenza, seguendo le piste dei cercatori d'oro,
si sposta nei campi auriferi di Penitta nella Contea di Amador. Qui,
nonostante il duro lavoro, l'assoluto impegno e il costante pericolo
non riesce a raggiungere il successo sperato. Di oro non trova
nemmeno una pagliuzza. Decide, quindi, di riprendere la secolare
tradizione della famiglia e si rimette con rinnovato entusiasmo nel
commercio. Si sposta a Calaventes nella omonima contea dove in
uno sperduto villaggio di frontiera ai limiti del deserto apre un
piccolo magazzino. Nonostante il locale sia ben fornito di tutto il
materiale necessario per sopravvivere in quelle terre (carne secca,
munizioni, attrezzi, muli, alcuni fucili e qualche barile di whisky)
l'iniziativa ha scarso successo. Ogni tanto passa qualche carovana
o qualche gruppo di cowboy ma niente altro. A volte non passa nessuno
per intere settimane solo qualche vecchio indiano desideroso di
scambiare qualche pelle malconcia con un po' “d'acqua di fuoco”.
Luigi, si rende conto della scarsa redditività dell'iniziativa e
quindi vende a poco prezzo l'emporio e si trasferisce a Calaveras
dove rileva una macelleria. Qui il successo è grande nonostante le
angherie, le cattiverie e la sleale concorrenza che il vecchio
proprietario del negozio, geloso delle capacità dell'italiano, gli
riserva quotidianamente. Luigi, stanco dell'insensata lotta con il
prepotente concorrente, si vede costretto ancora una volta a
vendere l'attività. Si trasferisce ad El Dorado. E' il 1860 e
scoppia la guerra civile. Non si hanno notizie circa la
partecipazione di Luigi al conflitto. Nel 1861, si sposta in
Nevada dove vi rimane solo per alcuni anni perchè la minacciosa e
costante presenza di indiani ostili e le frequenti siccità gli
procurano notevoli danni. Come già detto nel 1864 è a San
Francisco con un attività ben avviata. Nel 1870, con il capitale
ricavato dalle vendite dei beni di proprietà, si impegna quasi
esclusivamente nell'allevamento del bestiame. In questi anni guida
grandi mandrie di bovini Long Horn sul confine messicano sino alla
città di San Francisco. Riprende di nuovo a percorrere le piste del
Nevada, che aveva scoperto qualche anno prima. Nel corso dei suoi
spostamenti alla guida di grandi mandrie, Luigi, è aiutato dai capi
indiani delle tribù amiche dei quali gode rispetto e stima anche
sé ogni tanto qualche capo di bestiame viene dirottato verso
l'accampamento indiano in segno di amicizia. Nonostante tutto,
l'italiano, rischia più volte la propria vita a causa dei
razziatori che s'impossessano delle bestie isolate. La leggenda
narra che l'italiano avesse l'abitudine di portare con sè durante i
viaggi un sacchetto di piccole pepite d'oro con le quali
riscattare, se ci fosse stato bisogno, il proprio bestiame dalle
bande di sbandati e comancheros. Proprietario di una splendida sella
con la quale è solito cavalcare il migliore cavallo del branco,
Luigi Marre, imponente ed autorevole governa le mandrie di bestiame
con abilità e maestria. A Santa Clara prende in affitto il Los
Angelos Ranch dove alleva oltre quattromila capi di bestiame. Nel
giro di poco tempo in quel ranch vengono allevate oltre trentamila
bestie. Il suo successo è tale che acquista il Pecho Rancho e il
San Miguelita Ranch nella contea di San Luis Obispo con i quali
diviene proprietario di diverse migliaia di acri di terreno. Queste
due ultime operazioni lo consacrano come uno dei più grandi
allevatori della California e gli valgono il nomignolo di “Cattle
King” il re del bestiame. Ma le capacità di Luigi non si fermano
solo all'allevamento bovino. Durante i periodi d'inoperosità mette
in atto altre iniziative che gli procurano ulteriori successi come
l'apertura del Fulton Market in San Luis Obispo, l'innagurazione
della Nevada Market Company e la costruzione del primo hotel a
Port Harford. (1884) Detiene un grande patrimonio che conta oltre
alle fattorie, alberghi e aziende commerciali anche un considerevole
numero di acri di terreni. Proprio questi terreni lo rendono
protagonista di una iniziativa che gli procura fama anche come uomo
d'affari. Le cronache raccontano che durante i frequenti periodi
di magra alcuni allevatori manifestano la volontà di vendere i
terreni di proprietà. Luigi, temendo un eccessivo deprezzamento dei
suoli, con la sua risolutezza e capacità d'esposizione riesce a
convincere i rancheros a non vendere i terreni in quanto, secondo
le sue analisi, quei suoli nell'immediato futuro avrebbero avuto un
grande valore. La lungimiranza di Luigi è premiata quando la
Southern Pacific Railroad, sollecitata o forse finanziata dallo
stesso Marre, manifesta l'interesse a realizzare il primo
collegamento ferroviario tra San Luis Obispo e San Josè. E' inutile
dire che nella circostanza i terreni acquistano un notevolissimo
valore. La fama di Luigi non ha confini. Ormai tutte le opere, le
costruzioni, i progetti e le iniziative che interessano il
territorio passano dalle sue mani. E' una persona attiva sino al
giorno della sua morte. Si racconta che durante il suo ultimo
viaggio, mentre trasferisce una mandria di bestiame a San Francisco,
il pioniere italiano, si ammali a causa delle proibitive condizioni
climatiche. Muore l'8 febbraio del 1903 per l'improvviso aggravamento
delle sue condizioni. La vedova, Angela Alarre, che nel frattempo lo
aveva reso padre di ben sette figli, stabilizza il patrimonio
familiare con la costituzione di una Company nella quale convoglia
tutte le attività del grande pioniere della California Centrale. La
Company condotta dai figli ha interessi nel settore immobiliare,
allevamento del bestiame, agricoltura, trasporto marittimo e
distribuzione acqua potabile e rappresenta la prova tangibile del
fecondo passaggio del cowboy genovese in terra californiana.
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