Marino De Lorenzo l'uomo della bandiera
Siamo nel settembre del 1917 e in Europa imperversa da ormai due anni la
prima guerra mondiale. Le potenze europee si affrontano con inaudita
bestialità a difesa dei propri confini. L'Italia sta perdendo sui
campi di battaglia i suoi migliori giovani. Nello stesso momento,
dall'altra parte dell'oceano e precisamente a San Francisco, Marino De Lorenzo, un immigrato italiano originario di Stromboli, cammina per le strade della città per
raggiungere il suo lavoro. Giunto nei pressi del maestoso
edificio del Ferry Building sull'estremità nord di Marcket Street
osserva, come ogni sacrosanta mattina, la torre dell'orologio
assicurandosi che la bandiera americana, quella inglese e quella
francese, messe in fila sul ingresso principale del grande
imbarcadero, sventolino orgogliosamente al loro posto. Quella
mattina però, Marino, è spettatore di un violento tafferuglio fra
alcuni immigrati italiani e altri uomini probabilmente americani o
irlandesi. Grazie all'intervento tempestivo di alcuni zelanti
poliziotti che, percuotono gli italiani e contengono amichevolmente
gli americani, la rissa è sedata. Durante l'interrogatorio nel
commissariato di zona al fine di individuare i responsabili
dell'episodio, Marino, viene a conoscenza del motivo della rissa. Davanti alla sede della polizia, Marino, segue la temeraria azione di un immigrato italiano che,
nonostante venga trattenuto dai poliziotti, evidenzia l'ingiustizia
che quotidianamente è perpetrata nei confronti dei giovani
italiani che muoiono sui campi di battaglia. Infatti, l'uomo grida
che nonostante l'Italia sia alleata degli Stati Uniti, della Francia
e dell'Inghilterra la sua bandiera non sventola con il dovuto onore
al fianco delle altre bandiere dei paesi alleati sulla sommità del
Ferry Building. L'uomo grida che la situazione è fonte di disprezzo
e dileggio da parte degli altri lavoratori del porto. Marino è
dispiaciuto, non capisce il motivo di tale affronto. Forse la
bandiera italiana è priva d'onore? Forse il sangue dei giovani
italiani è grezzo? Si chiede Marino. Per questa ragione si impegna a
cercare una soluzione per l'odiosa faccenda. Trova grandi
difficoltà ed incomprensioni. Infatti, nonostante il mai sopito
sentimento anti-italiano imperante e, nonostante gli intoppi messi
in atto dalla classe dirigente municipale su argomenti d'opportunità,
Marino riesce a vincere la sua battaglia. Con non poca fatica
ottiene l'autorizzazione di issare la bandiera italiana al fianco
delle altre sul Ferry Building. Il direttore del Ferry, quasi
infastidito dal successo di Marino e con l'intenzione di porre
ulteriori ostacoli, con voluta pignoleria, descrive come deve essere
la bandiera - ” deve essere fatta di ottima lana, la dimensione
deve essere di 18 piedi per 9”. La notizia si diffonde per tutta
San Francisco e gran parte degli immigrati italiani si offrono di
fare una colletta per pagare l'intero costo della bandiera. Ma
Marino, è contrario. La bandiera l'avrebbe pagata solo lui e nessun
altro. Infatti egli dice che anche se fosse costata 1.000 dollari non
avrebbe desistito dalla sua decisione. La mattina successiva Marino
De Lorenzo, durante il suo solito percorso per andare al lavoro,
giunge davanti al Ferry Building e nota che la bandiera italiana
sventola orgogliosamente a fianco delle bandiere dei paesi alleati.
Marino è felice e grida:“E su! Vai!”.
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