martedì 17 dicembre 2024

Marino de Lorenzo, l'uomo della bandiera

Marino De Lorenzo l'uomo della bandiera

Siamo nel  settembre del 1917 e in Europa imperversa da ormai due anni la prima guerra mondiale. Le potenze europee si affrontano con inaudita bestialità a difesa dei propri confini. L'Italia sta perdendo sui campi di battaglia i suoi migliori giovani. Nello stesso momento, dall'altra parte dell'oceano e precisamente a San Francisco, Marino De Lorenzo, un immigrato italiano originario di Stromboli, cammina per le strade della città per raggiungere il suo lavoro. Giunto nei pressi del maestoso edificio del Ferry Building sull'estremità nord di Marcket Street osserva, come ogni sacrosanta mattina, la torre dell'orologio assicurandosi che la bandiera americana, quella inglese e quella francese, messe in fila sul ingresso principale del grande imbarcadero, sventolino orgogliosamente al loro posto. Quella mattina però, Marino, è spettatore di un violento tafferuglio fra alcuni immigrati italiani e altri uomini probabilmente americani o irlandesi. Grazie all'intervento tempestivo di alcuni zelanti poliziotti che, percuotono gli italiani e contengono amichevolmente gli americani, la rissa è sedata. Durante l'interrogatorio nel commissariato di zona al fine di individuare i responsabili dell'episodio, Marino, viene a conoscenza del motivo della rissa. Davanti alla sede della polizia, Marino, segue la temeraria azione di un immigrato italiano che, nonostante venga trattenuto dai poliziotti, evidenzia l'ingiustizia che quotidianamente è perpetrata nei confronti dei giovani italiani che muoiono sui campi di battaglia. Infatti, l'uomo grida che nonostante l'Italia sia alleata degli Stati Uniti, della Francia e dell'Inghilterra la sua bandiera non sventola con il dovuto onore al fianco delle altre bandiere dei paesi alleati sulla sommità del Ferry Building. L'uomo grida che la situazione è fonte di disprezzo e dileggio da parte degli altri lavoratori del porto. Marino è dispiaciuto, non capisce il motivo di tale affronto. Forse la bandiera italiana è priva d'onore? Forse il sangue dei giovani italiani è grezzo? Si chiede Marino. Per questa ragione si impegna a cercare una soluzione per l'odiosa faccenda. Trova grandi difficoltà ed incomprensioni. Infatti, nonostante il mai sopito sentimento anti-italiano imperante e, nonostante gli intoppi messi in atto dalla classe dirigente municipale su argomenti d'opportunità, Marino riesce a vincere la sua battaglia. Con non poca fatica ottiene l'autorizzazione di issare la bandiera italiana al fianco delle altre sul Ferry Building. Il direttore del Ferry, quasi infastidito dal successo di Marino e con l'intenzione di porre ulteriori ostacoli, con voluta pignoleria, descrive come deve essere la bandiera - ” deve essere fatta di ottima lana, la dimensione deve essere di 18 piedi per 9”. La notizia si diffonde per tutta San Francisco e gran parte degli immigrati italiani si offrono di fare una colletta per pagare l'intero costo della bandiera. Ma Marino, è contrario. La bandiera l'avrebbe pagata solo lui e nessun altro. Infatti egli dice che anche se fosse costata 1.000 dollari non avrebbe desistito dalla sua decisione. La mattina successiva Marino De Lorenzo, durante il suo solito percorso per andare al lavoro, giunge davanti al Ferry Building e nota che la bandiera italiana sventola orgogliosamente a fianco delle bandiere dei paesi alleati. Marino è felice e grida:“E su! Vai!”.




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