Generale dell'esercito messicano Filisola Vincente
Il generale Vincente Filisola nasce a Ravello in provincia di Salerno nel 1789. Ufficiale dell'esercito spagnolo si trasferisce con la propria famiglia in Spagna. Nel 1811 è inviato in Messico con l'incarico di consulente militare. E' il periodo in cui Hidalgo y Costilla proclama l'indipendenza del Messico. Nonostante si senta abbandonato dalla Spagna, Filisola, si dimostra un convinto lealista rimanendo fedele alla corona. Quando il generale Iturbide si proclama Imperatore del Messico, è costretto a giurare fedeltà al nuovo governo messicano. Riceve l'incarico di occupare le terre della America Centrale in nome del Messico. L'incarico è portato a termine con grande impegno e capacità. Con la caduta del dittatore Iturbide è nominato dal nuovo governo messicano Comandante delle Province Interne dell'Est del Messico. Nel 1831, riceve l'incarico di facilitare l'insediamento di seicento famiglie non anglosassoni nell'est del Texas incluso il territorio occupato dalle tribù indiane Cherokee. Filisola è comunque protagonista di un altra memorabile avventura. Egli, è il comandante in seconda nella spedizione contro gli indipendentisti texani guidati da Sam Houston. La spedizione è fallimentare in quanto dopo la conquista di forte Alamo le truppe messicane guidate del generale Santa Anna sono sonoramente sconfitte nella battaglia di San Jacinto. Nel corso della battaglia lo stesso generale Santa Anna è fatto prigioniero. L' armata messicana, priva del suo comando, si sbanda rovinosamente. Vincente Filisola, nominato comandante è protagonista di una strategica ritirata che permette di salvare una parte consistente dell'intero corpo di spedizione. Infatti, nonostante l'opposizione dei propri ufficiali, e nonostante gli ordini ricevuti dal governo centrale di contrattaccare, ordina una ritirata a marce forzate. Non si tratta di un atto di viltà in quanto, Filisola, una volta constatato le precarie condizioni morali delle truppe e verificata l'inadeguatezza degli armamenti e la scarsità dei rifornimenti, preferisce salvare gli uomini anziché guidarli in battaglia verso una morte sicura. In seguito a questa condotta è destituito dal comando e quindi si ritira a vita privata. Successivamente, dinanzi alla corte marziale, Filisola, è accusato di codardia e tradimento. Ma la difesa del pioniere italiano è così veemente e convincente che nel 1841 viene riabilitato e le accuse vengono ritirate. Il generale italiano si ritira nella cittadina di Santillo dove scrive e pubblica le sue memorie. Scrive un libro riguardante la propria condotta durante la tragica ritirata dopo la battaglia di San Jacinto e un completo trattato sulla guerra di indipendenza del Texas. Il pioniere salernitano, muore il 23 luglio del 1850 a Mexico City durante una epidemia di colera.
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