venerdì 28 febbraio 2025

Avezzana Giuseppe

Giuseppe Avezzana generale dell'esercito messicano

Giuseppe Avezzana nasce a Chieri, piccolo centro in provincia di Torino, nel 1797 in una famiglia agiata di estrazione militare. All'età di sedici anni si arruola in un primo momento in un Reggimento di Ussari in partenza per la Francia e successivamente passa nelle fila della Guardia Imperiale dove si mette in mostra per l'acume militare. Le sua preparazione, capacità organizzative e attitudine al comando gli permettono di conquistare notevole considerazione fra i colleghi. Purtroppo la mutevole situazione politica europea lo costringono a fare delle scelte radicali. I suoi trascorsi da combattente per gli ideali di libertà lo costringono a lasciare l'Italia e prendere la strada dell'esilio. Intorno all'anno 1824, sbarca a di New Orleans, città nella quale si trattiene solo per qualche mese giusto il tempo di ambientarsi. Fedele ai suoi ideali di libertà e di lotta all'oppressore parte per il Messico dove offre i propri servigi alla giovane repubblica messicana appena liberatasi dal giogo dell'oppressione spagnola. Nelle torride ed aride terre della repubblica sudamericana si stabilisce a Pueblo Viejo dove ottiene dal governo messicano la concessione di un ampio appezzamento di terreno dove costruisce la sua abitazione. In breve tempo frotte di indigeni pacifici ed innocui cominciano a sistemarsi nelle vicinanze della sua abitazione. Quattro anni dopo, nel 1829, il luogo, che nel frattempo ha preso il nome di Tampico, conta una popolazione di quattromila individui. La città viene interamente fortificata e difesa da potenti batterie di artiglieria comandate da Avezzana stesso. Si narra che durante l'assedio da parte delle truppe spagnole del generale Barrades la resistenza di Tampico è determinante per far affluire nel territorio i rinforzi governativi. Successivamente, dopo la ricostruzione di Tampico, Giuseppe, partecipa alla guerra civile che nel frattempo scoppia in Messico tra il governo legittimo del presidente Guerrero e i ribelli del generale Bustamante. Combatte a favore delle forze governative e, ancora una volta, mostra tutta la sua capacità di stratega e di capo carismatico, doti che gli fanno raggiungere il grado di generale. Alla caduta di Guerrero sale al potere il generale Lopez de Sant'Ana il quale non gradisce la sua invadente presenza su territorio messicano. Nel 1834 lascia il Messico e, preceduto dall'eco delle sue straordinarie imprese militari raggiunge New York dove organizza un ufficio commerciale di rappresentanza messicana e comincia a frequentare i salotti buoni della città. Frequenta intellettuali, militari e politici con i quali mostra, ancora una volta, la sua indomabile tempra di combattente. E' un periodo tranquillo per l'avventuroso pioniere piemontese tanto che trova il tempo di sposarsi per ben due volte. Una prima volta con una ricca e bella ereditiera americana dalla quale ha sei figli, successivamente, rimasto vedovo, si risposa con la cognata dalla quale ha altri due figli prima di rimanere ancora vedovo. Prima di questi due episodi di vita familiare, nel 1848, richiamato dai tamburi di guerra che rullano in Italia, lascia l'America per partecipare ai moti risorgimentali italiani. Prende parte alla costituzione della repubblica Romana nel corso della quale si rende protagonista di eroiche imprese contro le truppe francesi nel tentativo di mantenere in vita la giovane repubblica. Ma la disfatta è inevitabile e quindi abbandona Roma e si imbarca in Inghilterra su un piroscafo orientale che fa rotta verso l'America. Dopo 22 giorni di navigazione sbarca a New York dove è accolto da una festante folla di immigrati italiani. Dal 1852 al 1860 vive felice e sereno lontano da guerre e campi di battaglia. L'unica tristezza gli viene causata da un furto di 50.000 dollari perpetrato ai suoi danni da un socio in affari. Nel 1860, nonostante la guerra civile americana fosse alle porte, Giuseppe, decide di tornare in Italia per lottare ancora una volta per il proprio paese. Infatti, Garibaldi è pronto per l'impresa dei mille è il generale Avezzana è pronto a seguirlo. Fatta l'unità d'Italia viene eletto deputato al Parlamento di Torino precludendosi la possibilità di ritornare in America. Muore a Roma a Natale del 1879 all'età di 82 anni lasciando in eredità il suo onorato nome.



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