Giovanni Nobili un gesuita fra gli indiani americani
Giovanni Pietro Antonio Nobili nasce a Roma l’8 Aprile del 1812 da una famiglia di estrazione borghese. La sua formazione è affidata ai migliori maestri dell’epoca. Completati gli studi teologici presso il collegio romano dei Gesuiti entra a far parte dell'ordine abbandonando l'iniziale carriera accademica per dedicarsi alla attività missionaria. Nel 1843, è ordinato sacerdote ed è inviato in missione in nord America. Nell'agosto del 1844 giunge a Hudson's Bay Company's Fort Vanvouver, un avamposto di cacciatori britannici nel territorio della Columbia britannica canadese, dove prende a cuore le sorti dei coloni che vivono nella baia di Hudson. In questo periodo si interessa anche delle popolazioni indiane che stabilmente vivacchiano lungo le rive del fiume Columbia. Durante una virulenta epidemia di colera che si sviluppa tra le tribù della regione, il gesuita romano, mostra grande devozione e coraggio nella cura degli indigenti. Il suo comportamento gli procura il rispetto e l'ammirazione dei capi tribù. I suoi viaggi e la sua lunga permanenza tra gli indigeni, gli permettono di approfondire la conoscenza dei dialetti indiani. Nell'agosto del 1845, nel corso del suo primo viaggio, raggiunge Washington e si ferma a Fort Okanaga dove instaura rapporti con gli indiani delle tribù Siouxwaps e Thompsson. Qualche mese dopo si sposta a Fort Alexandria sul fiume Fraser in British Columbia e successivamente a Fort George dove incontra le tribù dei Carriers. In un campo indiano nei pressi del lago Stuart convince gli indiani Chilcotins ad abbandonare alcune loro crudeli consuetudini come quella di cremare il corpo dei guerrieri defunti sottoponendo le vedove a cruenti tormenti. Inoltre riesce a far abbandonare la pratica della poligamia convertendo gran parte dei componenti la tribù e lotta contro violente pratiche superstiziose. Nel giugno del 1846, raggiunge la Nuova Caledonia dove stringe rapporti di amicizia con le tribù della regione. Nel suo diario scrive una efficace e vivida descrizione della situazione in cui versano le tribù indiane soffermandosi in particolar modo sulle privazioni e sulle pesanti condizioni di vita. In seguito raggiunge Fort Kilmars in British Columbia piccolo fortilizio di frontiera. Nell'estate del 1848, prima di essere inviato in missione in California, raggiunge la valle di Willamette in Oregon. Nel percorso di colonizzazione delle terre del nuovo mondo, padre John Nobili, edifica un considerevole numero di strutture e ricoveri religiosi con lo scopo di dare conforto ai nativi. Nei pressi di questi luoghi, in particolare in California, si accampano gruppi di indiani Cahuilla, Serrano e Luiseno che ben presto vengono identificati con il nomignolo di “ Mission Indians” proprio per evidenziare la loro dipendenza dagli aiuti dei padri gesuiti. Pur di farsi accettare dagli indiani, Nobili, condivide con loro parte dei costumi come quella di nutrirsi di radici e ed erbe. Si racconta che per circa sei mesi è costretto a nutrirsi quasi esclusivamente di carne di cavallo e di cane e in qualche caso anche di carne di lupo. Nel 1849, a causa di problemi di salute dovuti al suo fisico ormai debilitato, è costretto a stabilirsi a San Josè. Nel 1851 è nominato pastore di Santa Clara e fonda un Centro Universitario che sotto la sua direzione conosce momenti di prosperità e successo divenendo in breve tempo il più importante riferimento religioso-culturale della regione. Alla fine dell’inverno del 1856, a causa di una infezione di tetano, padre Nobili Giovanni, muore nella sua Santa Clara.
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